L'atto creativo come spettacolo
Il disegno a teatro
Quando
l’illustrazione diventa scenografia in divenire
Quando vediamo una
immagine disegnata abbiamo davanti a
noi il risultato di
un processo creativo in divenire. L'immagine
disegnata è il
risultato temporale di un fare, di numerosi gesti
che portano come
conclusione ad un immagine definitiva.
L'immagine è la
traccia eterna che viene lasciata per sempre, il
suo scopo è di
essere ammirata e letta, la sua esistenza coincide
con la ricezione
del messaggio. Ma se l'aspetto visivo finale è quello più appariscente e
immediato, esiste anche un altro aspetto su cui vale la pena di riflettere: il
suo divenire. L'atto creativo in sé.
Prima della nascita
di una tecnologia che permettesse di registrare immagini in movimento, il poter
assistere all'esecuzione di un opera da parte di un creatore era privilegio dei
pochi assistenti, committenti o modelli presenti nel momento stesso della
creazione. Lo spettacolo di un autore che da una superficie intonsa, come per
magia, fa apparire al mondo un qualche cosa che prima non c'era, era
considerato forse come un dettaglio tecnico di poco conto. Eppure, in quasi tutte
le espressioni artistiche, il fare è parte dell'opera. Ascoltare della musica è
molto diverso che vedere dal vivo la sua esecuzione. Leggere un opera teatrale
è completamente diverso dall'essere presente alla sua messa in scena.
In questi ultimi
decenni la tecnologia per registrare e trasmettere le immagini si è sempre più
evoluta. La sua applicabilità, grazie alla traduzione in digitale, non trova
più confini e questo aspetto apre nuovi scenari creativi.
Se, come scriveva
già nel secolo scorso W. Benjamin, "...con la
riproducibilità
tecnica l'immagine aveva perso la sua aurea",
ora la stessa
tecnica può restituire all'autore il suo "hic et nunc" . Al
fare, all'atto creativo in sé può essere dato un valore
estetico autonomo.
Il gesto diventa così di per s'è un'opera
d'arte, che può
uscire dall'ombra dell'opera stessa.
Quando siamo spettatori
di un creativo all'opera, nella maggioranza dei casi, rimaniamo rapiti di
fronte alla sua gestualità, alla sua manualità con cui dal nulla riesce a far apparire
una traccia, un segno. Rimaniamo estasiati sia che usi il solito foglio e
matita, sia che utilizzi la penna ottica e un monitor..... Quando visitai il
museo di Picasso a Malaga, oltre alle varie opere che già conoscevo,
rimasi folgorato davanti ad una registrazione in cui si poteva vedere l'artista
all'opera mentre creava una immagine su una lastra di vetro. Non ci sono
paragoni nel vedere
un quadro già finito e vederlo creare dal nulla, con gesti armoniosi, in
divenire. Ma la domanda che mi tormentava era: Perché la sua performance
mi ha impressionato così tanto in confronto alla visione di un opera già
terminata?
Credo che il motivo
sia proprio per un valore estetico autonomo
dall'opera finale,
un valore che in alcune forme espressive si aggiunge all'opera stessa. Lo
possiamo distinguere in maniera decisa in alcune espressioni dove sono più
evidenti i due aspetti.
Prendiamo per
esempio un opera musicale. Sentire una canzone
incisa su cd o con
altri mezzi, provoca un certo piacere, una gradevole emozione; sentire però la
stessa canzone dal vivo eseguita dall'autore ha molto più valore, più
coinvolgimento. In
questo caso alla
riproducibilità dell'opera si è aggiunto il famoso " hic et nunc" che
rende l'esecuzione unica e originale. Quello che sto cercando di proporre
nell'ambito teatrale è, in definitiva, ridare al creatore di immagini la sua
aurea persa sempre più nella riproducibilità digitale.
Diverse espressioni
creative nel tempo sono riuscite a salvaguardare la loro aurea. Il
musicista con il concerto, lo scrittore con il teatro, il creatore di immagini
fotografiche con il cinema. Non solo, ma l'innesto di vari codici espressivi ha
generato nuove e affascinanti forme espressive. L'unione di codici tradizionali
ha generato nuovi espressioni artistiche, per esempio:
MUSICA + TEATRO =
LIRICA
FOTOGRAFIA + TEATRO
= CINEMA
FOTOGRAFIA + DISEGNO
= CINEMA D'ANIMAZIONE
Con le nuove
possibilità tecnologiche ora posso trasferire il mio
atto creativo di
fronte ad un pubblico, su un palcoscenico. La scenografia è la porta da
cui entrare per mostrare il gesto, l'atto
in s'è. Il
teatro, con il suo palcoscenico è il luogo. L'atto del disegnare diventa
così un attore invisibile che dialoga con gli altri attori. La scenografia
si anima e si coinvolge direttamente con il divenire dell'opera. Essa
non è più fissa e spettatrice ma viva e comunicante. Come nell'opera
lirica, quando il testo, la musica e la recitazione insieme danno vita
ad unica opera, ora è possibile provare a fondere recitazione, testo
e disegno. Un nuovo scenario e forse una nuova forma di
espressione potrebbe
nascere.
Seguendo questa
riflessione, ho pensato che il divenire di un immagine potrebbe
avere un rapporto coordinato con lo svolgersi dello spettacolo teatrale e
instaurarsi così un dialogo attivo tra la trama e la scenografia,
aggiungendo alla performance della recitazione quella della creazione visiva.
Per arrivare a questo risultato al
creatore di immagini è necessario una capacità interpretativa non indifferente.
Il divenire di un immagine non permette ripensamenti o correzioni. Come un musicista
si prepara ad un concerto così anche l'illustratore-live avrà bisogno di
ore di prove. Quello che dovrà
disegnare dal vivo sarà immediato e unico. Non è un fare registrato e
trasmesso, ma un creare al momento. Dovrà recitare con gli altri attori, non
con la parola ma con il segno. Alle competenze scenografiche dovrà aggiungere
la destrezza di esecuzione. Al valore estetico delle immagini dovrà aggiungere il
coordinamento con la recita e l'interpretazione del testo. Oltre a tutto questo
dovrà aggiungere anche le competenze tecnologiche e informatiche, di proiezione
e di illuminazione. Il suo lavoro da solitario e individualista dovrà cambiare radicalmente
e lavorare in armonia con la regia e gli altri attori. Insomma un creativo
poliedrico, completo. Una nuova figura e un nuova forma di espressione potrebbe
nascere nel panorama artistico.
Il progresso
tecnologico ha di fatto predisposto una simile evoluzione. Alcuni eventi
premonitori ne stanno tracciando la possibile attuazione. In questi ultimi
tempi, illustratori del calibro come Lorenzo Mattotti con la sua app sul dott.
Jekill o di Gek Tessaro con la sua bellissima performance su cd allegato al suo
libro di " Il cuore di Chisciotte", oppure le scenografie animate
eseguite da Pete Bishop per il National Theatre di Londra, sono i primi
risultati che questa evoluzione sta proponendo.
Sono i primi
germogli di un nuovo teatro e di una nuova attività
da progettare e
costruire dalle fondamenta, da studiarne le procedure per attuare le molteplici
possibilità che essa offre per una nuova tipologia di rappresentazione
teatrale. Una sfida entusiasmante a cui non si può rimanere indifferenti.
Insieme alla compagnia
teatrale Armata Brancaleone di Massa, per la prima volta stiamo sperimentando
questa fusione di illustrazione e teatro su un lavoro di Checov, “il monaco
nero” che verrà presentato a settembre, in occasione dell’anniversario della
nascita, nella sua città natale, in Russia. Un appuntamento a cui partecipano
diversi paesi con rappresentazioni diverse.
Uno spettacolo unico
che verrà ripreso su cd e che cercherò di caricare appena possibile su youtube
per farvelo visionare.
Anche tutte le
prove che stiamo facendo sono state riprese come documentazione che poi editeremo
in un unico cd. Ulteriori sviluppi sia pratici che teorici li pubblicherò nei
prossimi giorni.
caro giulio il tema è molto interessante, mi appassiona da tempo. nel 2010 infatti il 1° festival librimmaginari ,di cui io curo la direzione artistica,era dedicato alle relazioni tra libro e teatro ( è di scena il libro ), nel 2011 /2012 ci siamo relazionati con le connessioni tra libro e corto d' animazione ( il libro fluttuante )
RispondiEliminahttp://librimmaginari.blogspot.it/
Scusa Marcella, ma mi sono accorto solo ora dei tuoi commenti. Mi fa piacere che anche a te il tema immagine-teatro ti interessa. Appena ho qualche filmato pronto te lo faccio avere e poi,chissà che in qualche appuntamento in giro per l'Italia ci si possa incontrare e approfondire. Spero presto, comunque grazie per la tua attenzione, ti terrò informato sugli sviluppi
Eliminasu questa gallery, le foto della prima edizione, dove infatti tra gli ospiti c'era anche gek tessaro. http://www.flickr.com/photos/librimmaginari
RispondiEliminaqui invece alcuni articoli sulla seconda edizione http://librimmaginari.blogspot.it/2012/04/da-pinocchio-via-curiel-passando-per.html
http://librimmaginari.blogspot.it/2012/04/il-libro-fluttuante-dal-disegnoal-corto.html
grande Gek, lo ammiro sempre più e lo considero ormai come uno tra i grandi illustratori viventi, spero di conoscerlo di persona.
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