mercoledì 16 marzo 2011

anteprima dell'intervento alla fiera di Bologna

Scrivo qui alcuni punti della riflessione che vorrei portare all'incontro che si svolgerà alla Fiera di Bologna nel caffè degli illustratori il 30-3-2011 ore 15,30. Sono solo appunti veloci, quasi un promemoria ma che mi piacerebbe stimolassero una discussione anche sul blog.





Una riflessione sulla cultura visiva dei digital born



Le nuove generazioni definite ormai come digital born o nativi digitali hanno caratteristiche culturali e percettive molto differenti dalle generazioni precedenti. Paolo Ferri nel suo libro "nativi digitali" descrive in maniera completa le loro caratteristiche e la loro formazione, ma soprattutto la loro intelligenza digitale.

Le nuove generazioni si stanno formando in maniera completamente diversa dalla nostra, come accennato da Paolo Ferri ....." questa generazione, i nativi digitali, mostra comportamenti di comunicazione e apprendimento diversi dalle generazioni precedenti; in particolare, apprende attraverso schemi, icone, suoni, giochi, "navigazioni" virtuali e in costante contatto telematico con il gruppo di pari....." e ancora ......" i nativi hanno a disposizione una grande quantità di strumenti digitali di apprendimento e comunicazione formativa e sociale. Molti strumenti hardware: note-book, tablet, iPad  consolle connesse a internet , ebook, iPod, smartphone, social network come facebook o myspace, messanger youtube, Skype....."

È ormai certo che il loro linguaggio di comunicare è un nuovo linguaggio culturale completamente autonomo da quello precedente. Il loro stile cognitivo nasce da una realtà senza radici.
Proviamo a vedere come e perchè l'aspetto culturale di queste future generazioni  sono così diverse dalle precedenti. Le nostre competenze e in generale la nostra cultura sono stati il frutto di passaggi lenti e meditativi sui libri cartacei  e soprattutto con  la mediazione di figure ben definite: prima i genitori poi gli insegnanti di vario grado. È grazie a loro che ci hanno passato e tradotto il sapere precedente. È per merito di una   figura umana, maestro, genitore, tutore, che il sapere è passato di generazione in generazione. La loro formazione e le loro opinioni sono state anche un filtro culturale e interpretativo. La nuova generazione al contrario ha una formazione diretta. I digital born si informano e plasmano il loro cervello nuotando in questo oceano del sapere umano che è internet!
 Citando ancora Paolo Ferri e il suo testo :... I nativi sono differenti da noi perchè vivono in un ecosistema mediale che co-evolve più con la loro vita familiare e sociale, che con la scuola e i sistemi formativi, dove l'utilizzo delle tecnologie risulta meno produttivo ....
E ancora....." i nativi digitali apprendono per esperienza, il loro è un learning by doing inconsapevole e naturale, costruisco la loro esperienza non linearmente ma per successive approssimazioni secondo una logica che è più vicina a quella "abduttiva" di Peirce, che non quella induttiva di Galileo o a quella deduttiva di Aristotele che caratterizza lo stile di apprendimento delle generazioni precedenti.

È con questa tipologia di nuovi lettori che dobbiamo fare i conti. Scuola, istituti di formazione, il mondo del lavoro, l'industria culturale e dunque il settore editoriale e le figure professionali che lo compongono.
I creatori di immagini sono le figure professionali più coinvolte a capire questa nuova realtà, se non ci sintonizziamo con questa nuova generazione e impariamo i loro nuovi codici di trasmissione delle informazioni rischiamo di produrre dei prodotti culturali che non verranno nè capiti ne usati.
Le nuove generazioni stanno radicalmente cambiando non solo la maniera di apprendimento e di come relazionarsi con i loro pari ma di conseguenza anche  e soprattutto i loro codici di comunicazione. Il metodo di acquisizione del sapere è ben descritto nel volume di Paolo Ferri, il così detto learning by doing ma quello su cui non si è ancora riflettuto o studiato è anche  il codice visivo su cui si basa ogni scambio di informazione digitale.
È fuori di dubbio che la percezione visiva delle immagini impresse sul cartaceo è lontana anni luce dalla percezione visiva di immagini digitali, e nel mio libro ho cercato di mettere in chiaro le varie differenze, ma più alla radice di questa analisi c'è da indagare un altro aspetto fondamentale: la percezione visiva delle immagini tra le generazioni gutemberghiane e la nuova digital born.
Il salto culturale di apprendimento, di formazione e di percezione è per la prima volta netto, tra noi e loro non c'è una continuità, un passaggio graduale mediato da professionisti della cultura e dell'approfondimento. Le immagini che finora hanno popolato il nostro universo visivo attraendoci e stimolandoci prima su supporto cartaceo e poi su supporto digitale con determinati parametri e strutture grafiche sono ora immagini scariche ai loro occhi.
Una animazione di Calimero, o un cartone come Biancaneve della Disney è un linguaggio visivo che si potrebbe paragonare all'italiano di Dante parlato oggi. I nativi digitali parlano con immagini molto più dinamiche, il 3D è la loro grammatica i colori retroilluminati in rgb sono il materiale con cui plasmano i loro sogni.
Le luci, le ombre, i toni di colore, le atmosfere sono completamente diverse dalle delicate sfumature acquerellate di illustrazioni stampate su preziosa carta fatta a mano di costose edizioni cartacee. Provate a verificare tutte le immagini sotto mano dei vari videogiochi in rete, oppure le ultime edizioni di app. di libri per l'infanzia. I  prodotti che ancora   simulano vecchie tecniche pittoriche sono la minoranza.
Il motivo è facilmente intuibile e per spiegarlo meglio prendo  ancora spunto dal libro di Fabbri:
...il nuovo stile cognitivo dei nativi è molto simile alla cultura partecipativa descritta da Jenkins. Cooperano e apprendono on-line secondo le regole dell'etica hacker: gioco, condivisione, gratuità, cooperazione. Piuttosto che interpretare, configurano;   piuttosto che concentrarsi su oggetti statici vedono il sapere come un processo dinamico   di
 co-costruzione. Piuttosto che essere spettatori, sono attori e autori, personalizzando in questo modo l'apprendimento....  È per questo motivo che i gli e-book sono così in simbiosi e funzionali ai digital born. Le caratteristiche dei nuovi reader device rispondono in maniera perfetta alle caratteristiche della loro cultura partecipativa: dinamismo e interattività e di conseguenza anche le immagini in esso contenute.
Gli e-drawing sono prodotti visivi che sfruttano in maniera ottimale le caratteristiche dei nuovi tablet, ma non per esigenze ludiche o sperimentali ma perchè rispondono perfettamente alla esigenza della cultura partecipativa dei digital born. Il poter muovere quello che si vede, poterlo roteare, entrare dentro nell'immagine, manipolarla fa parte della costituzione mentale dei nuovi nativi digitali.

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