mercoledì 20 aprile 2011

link del seminario

Alcune persone mi hanno chiesto il link dell'università di Pisa dove trovare il mio seminario, ero convinto di averlo pubblicato sul blog, ma non lo vedo.... provvedo subito

http://iu.di.unipi.it/video/index.php?url=2010/peranzoni.m4v

spero di pubblicarne altri nel prossimo futuro. A presto

domenica 17 aprile 2011

nuova intervista a Beltel on line: Come cambierà l’editoria libraria tra libri interattivi con rich media content e weblinks? Quale scenario per quotidiani e periodici? E come evolveranno le esperienze dei consumatori?

Intervista
di

BELTEL ON LINE
a

Giulio Peranzoni





D.
Dpo il successo dell’Ipad e con molti altri tablet in arrivo, si prevede una rapida migrazione dell’editoria verso contenuti digitali. Come cambierà l’editoria libraria tra libri interattivi con rich media content e weblinks?
Quale scenario per quotidiani e periodici?
E come evolveranno le esperienze dei consumatori?


R.
Con  il lancio in commercio dell'ipad e dei nuovi device  in questi ultimi  mesi sono avvenuti dei cambiamenti radicali per quanto riguarda  lo scambio dei saperi. Siamo in un momento molto particolare, di transizione tra un'epoca che si sta per chiudere  e una nuova appena nata. Il passaggio totale delle informazioni per la prima volta nella storia dell'uomo si smaterializza, ogni informazione in forma scritta, sonora, visiva viene tradotta in algoritmi per essere trasportata e archiviata in impulsi elettrici.
L'importanza di questo passaggio è  stato addirittura denominato la " quarta rivoluzione" e paragonato alla scoperta dei caratteri mobili e della stampa da parte di Gutemberg. Di fatto sono nate nuove tipologie di letture che nel campo editoriale hanno provocato appunto una rivoluzione epocale.
Ma l'aspetto più sorprendente è la velocità dei cambiamenti e delle novità nell'arco di pochi mesi.In effetti l'informazione scritta è ormai da diversi anni che viene elaborata in forma digitale per poi essere stampata su supporto cartaceo e archiviata di nuovo in digitale. Ora, con l'uscita dei nuovi tablet digitali  e i post-computer come lo smartphone, la digitalizzazione dell'informazione scritta è completa.
Nell'ambito del mercato editoriale  la trasformazione  è stata totale. Da diversi anni con gli e-book in formato ePub   è iniziato a formarsi   un nuovo mercato di nicchia autonomo  ma ora,  con l'uscita dell'ipad e la sua diffusione di massa, questo sta iniziando a prendere  le caratteristiche di un vero  mercato globale  parallelo a quello tradizionale. Un nuovo mercato con prodotti nuovi ma anche con nuove figure professionali: sviluppatori, e-publiser, illustratori digitali, animatori, informatici.
Con la nascita dei nuovi e-reader non solo si è aperta una espansione del mercato editoriale digitale, ma di fatto si è entrati in una produzione  dei libri digitali che chiamerei di seconda generazione: l'e-book in formato APPS.
La grande differenza tra un e-book  normale e un book-app è nell'utilizzo massimo del dinamismo del device che lo ospita, nell'interazione tra testo scritto e sonoro e, soprattutto, nell'interazione del testo e dell'immagine con il lettore. Di fatto una app di un libro non è più da considerarla come  un libro digitale  ma un prodotto editoriale completamente nuovo,  una sua ulteriore evoluzione. Al suo interno oltre a trovare lo scritto possiamo trovare animazioni, link di approfondimento, soluzioni ludiche e formative, diverse possibilità di lettura, e soprattutto una interattività totale con il  lettore.
Ogni giorno solo sul Apple store nella categoria libri vengono editati circa 50 nuovi titoli in apps. Nel primo anno dall'uscita del primo iPad sullo stesso sito si trovano ora circa 20.000 titoli di libri.
Nel luglio dell'anno scorso il sito americano Amazon ha dato la notizia che i titoli in digitale scaricati da internet avevano superato le vendite dei libri in formato cartaceo.
Sono tutti segnali che confermano la nascita di un nuovo mercato globale.
Nel mio piccolo saggio "e-drawing" edito da Area51 di Bologna, cerco di analizzare nel dettaglio  l'aspetto visivo di questo nuovo prodotto editoriale e la grande differenza tra immagini destinate al supporto cartaceo da quelle destinate ai nuovi device.( A questo proposito vi segnalo un link sul sito dell'Università di Pisa del dipartimento di informatica umanistica, dove potete trovare un mio seminario in cui espongo con esempi il contenuto del saggio
 http://iu.di.unipi.it/video/index.php?url=2010/peranzoni.m4v
Lo scenario editoriale che si presenterà nel breve periodo avrà la stessa caratteristica dell'evoluzione che c'è stata tra il web e il web.2 e cioè da un passaggio di informazione passiva ad una interattiva. Una informazione personalizzata del lettore.
Esiste già una app chiamata "zite" personalized magazine, in cui il lettore seleziona delle categorie generali (arte, politica, cultura, sport,....) e l'applicazione in pochi secondi preleva da internet le più importanti notizie e confeziona una rivista personalizzata completa, con una sua grafica e impaginazione e con tanto di immagini. Probabilmente i prossimi e-publisher avranno solo il compito di fornire in rete (cloud computing) i contenuti senza l’esigenza di vestirli graficamente.
I codici che l’uomo ha usato in tutta la sua storia, visivi, sonori, scritti diventando digitali di fatto si sono smaterializzati, e si sono tradotti in informazioni algoritmiche archiviate nella famosa “nuvola”, il cloud computing. Una memoria immensa e planetaria da cui altri algoritmi potranno prelevare e personalizzare ogni esigenza informativa.
Siamo di fronte ad un nuovo paradigma culturale dell’uomo: una informazione personalizzata e interattiva!.
Per quanto riguarda la mia professione, e cioè il creatore di immagini, il mio prodotto lo considero uno dei principali protagonista di questa rivoluzione.
Nei nuovi device di lettura, il primato dell’immagine sullo scritto è evidente. Ma se la caratteristica delle immagini sul cartaceo era l’inamovibilità, ora le nuove immagini digitali sono dinamiche, interattive, tridimensionali. E’ per questo che le ho denominate e-drawing, per distinguerle dalle altre immagini elaborate in digitale ma destinate ad un supporto cartaceo.
Per il classico lettore di libri è una evoluzione totale. Il classico libro già non esiste più. L’interattività che il lettore aveva con il volume di carta era il suo dito che sfogliava una pagina dopo l’altra.
Nell’e-book di prima generazione, (quello in formato epub), questa interattività era stata riportata quasi fedelmente ma nelle apps questa si è moltiplicata in maniera esponenziale. Posso decidere che forma dare al mio testo, le immagini le posso animare al mio comando, ingrandirne i dettagli, entrarci dentro ed esplorarle, togliere il cromatismo e colorarle da solo, dietro ogni immagine ce ne potrebbero essere altre  in uno sviluppo tematico successivo. Nel breve periodo è facile prevedere che con il perfezionamento della tecnica del 3D le immagini al mio tocco usciranno dallo schermo del mio lettore per prendere una forma tridimensionale oleografica, come un libro pop-up.
Ma per il lettore  non solo esisterà una interattività con il book-apps, ma anche una interattività con gli altri lettori. In alcune realtà scolastiche si stanno già sperimentando la confezione di testi personalizzati semplicemente passandosi informazioni tra classi e scuole differenti.
Tutto ciò sta portando enormi cambiamenti in profondità. Non solo cambiano le  esperienze dei lettori ma le nuove generazioni, le digital born, stanno cambiando la percezione visiva delle immagini e la maniera di acquisire il sapere.
Nel bellissimo libro di Paolo Ferri, “Nativi digitali” noi veniamo definiti giustamente dei migranti. Siamo la generazione gutemberiana formatasi sul cartaceo che si sta adeguando al trasferimento del  proprio passaggio di sapere alla realtà digitale. E’ per questo che in molti esiste una certa ansia e una certa nostalgia per il famoso “odore dell’inchiostro” ma le nuove generazioni che si stanno formando da subito al digitale non hanno questi freni.
Anche la loro maniera di apprendere è ormai radicalmente diversa dalla nostra. Le nozioni che abbiamo appreso ci sono state passate verticalmente, calate dall’alto: prima i genitori, poi il maestro, il professore, il capo ufficio, ecc., loro invece acquisiscono il sapere in maniera “learning by doing” navigano in rete per tentativi, ciattano coi social network, cercano e trovano informazioni utili nella grande  nuvola di internet. La loro percezione dei colori  e delle forme è cambiata come è cambiata la maniera di  informarsi e di leggere.
Sono   temi affascinanti su cui sto lavorando per un prossimo saggio e che lo spazio in questa sede non mi permette di approfondire, ma che spero di riportare in un prossimo appuntamento.

lunedì 4 aprile 2011

2 parte dell'intervista

(3)
Di conseguenza cosa significa per l'illustratore doversi rapportare con il supporto digitale? Ha senso ripensare l'illustrazione cartacea per adattarla al nuovo supporto o è più corretto considerarlo come un nuovo campo con un nuovo sistema di regole completamente diverse dal precedente?

R.
Siamo in un momento molto particolare, di transizione tra un'epoca che si sta per chiudere  e una nuova appena nata. Il passaggio dei saperi per la prima volta nella storia dell'uomo si smaterializza, ogni informazione in forma scritta, sonora, visiva viene tradotta in algoritmi per essere trasportata e archiviata in impulsi elettrici. L'illustratore è un creatore di immagini, per cui si può definire un creatore di informazione visiva e come tale per riuscire a trasmettere il suo messaggio già da diverso tempo  ha dovuto confrontarsi con il mezzo informatico per costruire il suo prodotto. È da diversi anni che noi illustratori  elaboriamo le nostre immagini in digitale che però alla fine della filiera editoriale vengono stampate su carta. Ora con i nuovi device la creazione di immagini digitali trova finalmente la sua naturale sede in un media digitale.
È naturale che non ha nessun senso continuare a elaborare immagini con caratteristiche adatte al cartaceo. Certo nei nuovi device è possibilissimo riprodurre immagini con le caratteristiche di un disegno stampato su carta. Nella tavola rotonda organizzata   alla Fiera del libro di Bologna dove ho partecipato insieme all'editore Neugebauer e allo sviluppatore di Apps nonché editore Umesh Shukla,  è stato presentato da quest'ultimo una app di un libro per bambini "little mermaid" illustrato dalla famosa illustratrice austriaca Zweger, la cui caratteristica è l'esecuzione di delicatissimi acquarelli su carta. Ebbene, grazie alle competenze di Shukla sono rimasto molto sorpreso di come un disegno tradizionale  opportunamente elaborato con i dovuti software possa trasformarsi in un app di alto livello. Questo per dire che anche chi non è completamente immerso nel nuovo mercato delle Apps può avere il suo spazio e la possibilità di proporre un prodotto tradizionale. Ma è come avere una Ferrari e guidarla in un centro abitato o in un viottolo di campagna. Le potenzialità dei nuovi tablet, come il touch screen, lo swipe, la dinamicità delle immagini, l'interazione con il sonoro portano alla conclusione che le immagini adatte a questo tipo di media sono di tutt'altra natura. Se andate nella apple store, categoria libri, troverete migliaia di apps vendute come libri. Si continua a identificarli come libri, ma è evidente che sono ormai un altra cosa. Al loro interno oltre al testo si trovano immagini in movimento, effetti sonori, effetti interattivi, soluzioni ludiche, insomma non è più un libro, è una sua evoluzione, un prodotto ibrido completamente nuovo che prima non esisteva. Per sfruttare al meglio la  tecnica del touch screen e girare le immagini con il mio tocco,  il mio istinto di creativo mi suggerisce di elaborare immagini in 3D. L'interazione con il sonoro mi suggerisce di proporre immagini in movimento. Anche i colori non sono gli stessi della carta. Per stampare un disegno materico o digitale sul cartaceo c'era bisogno di trasformarlo in cymk. Ora i colori di un video sono retroilluminati e in rgb. Cambiano tutti i parametri cromatici. I delicati toni di un acquarello stampati su carta porosa non saranno mai gli stessi riprodotti su uno schermo. I colori stampati su carta prendono vita da una fonte di illuminazione esterna, e con quella vibrano e trasmettono valori cromatici. Una immagine stampata su carta e letta a lume di candela è diversa se vista alla luce di un neon. Le immagini viste su un tablet sono retroilluminate, per cui sono autosufficienti e il loro cromatismo non cambia, i colori hanno un loro valore cromatico  intrinseco non dipendono da una fonte di luce esterna. Non solo, ma le nuove generazioni di futuri lettori, i nuovi nativi digitali, stanno cambiando la loro percezione visiva. I così detti digital born formandosi fin dai primi anni sui nuovi device e sugli schermi del computer, stanno educando il loro cervello a percepire scale cromatiche differenti dalle nostre. La nuova percezione visiva delle nuove generazioni ha bisogno di una lunga riflessione analitica  che ora qui per ragioni di spazio non posso fare, ma la conclusione è che sia necessario assolutamente per noi illustratori pensare a   nuove regole e nuovi parametri  per fare immagini.




(5)
Chi sono, dal suo punto di vista, coloro che stanno meglio interpretando questo mutamento? Dove vale la pena di investigare per trovare dei validi esempi di illustrazione dinamica?

R.
Chi interpreta al meglio quello che sta succedendo sono tutti coloro che hanno capito l'importanza  della realtà digitale come mezzo di scambio dei saperi. Tra quelli della generazione gutemberiana, come la definisce Paolo Ferri nel suo libro "Nativi digitali",  che hanno avuto il coraggio fin dai primi hanno novanta di utilizzare il computer per elaborare i propri disegni sono i nuovi creativi che sfrutteranno in pieno questo nuovo mercato editoriale che tra l'altro fra qualche anno sarà il mercato editoriale principale. Tutti coloro che utilizzano software di modellazione in 3D sono strutturalmente i migliori interpreti di questa nuova realtà. Per non parlare poi dei nuovi creatori di immagini che arrivano dalla digital-born, quelli per intenderci che hanno imparato a disegnare e a creare con la penna ottica in mano senza mai aver visto un tubetto di colore ad olio. Ma in ogni caso basta andare sulle apps della Apple store nella categoria libri per trovare migliaia di libri in formato Apps e prendere nota degli sviluppatori e dei relativi illustratori. Chi ha iniziato a illustrare le  Apps, che considero una evoluzione superiore dell'e-book, sono già i nuovi creativi del futuro. Sono tutti quanti potenzialmente i protagonisti di questo nuovo mercato globale, ma  questo non vuol dire che gli altri siano esclusi, basta adottare le nuove tecnologie e il know how necessario. Come esempio diretto mi metto personalmente in gioco. Dalla vetta dei miei 58 anni sono riuscito, e con molto piacere,  a saltare negli anni 90 sul treno del digitale ed è una esperienza entusiasmante che ancora continua e mi appassiona. Questo per dire che non è necessario essere un nativo digitale per interpretare la nuova realtà, tutti possono essere al passo con i tempi. L'importante per tutti quelli  che lavorano nell'editoria è capire che ogni tipo di messaggio visivo che voglio trasmettere deve essere necessariamente espresso nel linguaggio del tempo in cui ci si trova.

intervista a Grafite Magazine

Oggi inizio a pubblicare una lunga intervista concessa a Grafite Magazine, una rivista on-line, attenta al lavoro degli illustratori. Siccome le risposte che ho dato sono abbastanza complesse ho pensato di pubblicarle in diversi momenti, giusto per non stancare e saturare il lettore, buona lettura e sono ben accette ogni tipo di commento o approfondimento.


(1)
Lei è presidente dell'Associazione Illustratori e docente presso l'Istituto Europeo di Design di Milano.
Una domanda che sorge subito spontanea prima di ogni altra è: come definisce il termine illustrazione.

R.
Sono stato presidente dell'associazione illustratori dal 1992 al 1998 , in pratica ho coperto la carica triennale per due volte e devo dire che è stata una esperienza veramente formativa, ma è anche giusto che le nuove generazioni abbiano la possibilità a loro volta di cimentarsi in questi ruoli e così ho preso la decisione di non ricandidarmi. Per quanto riguarda invece la mia lunga esperienza in diverse scuole di Milano (la città in cui sono nato)  con molto rammarico ho dovuto lasciarle per il trasferimento di città per motivi famigliari, un rammarico però ricompensato dal luogo dove ora mi trovo a vivere e lavorare: in Toscana, in riva al mare con alle spalle le Alpi Apuane, e questo grazie alla rete di internet e all'avvento dell'era digitale.

Chiusa la parentesi personale, veniamo alle domande specifiche. Come definisco il termine illustrazione. La parola illustratore non mi è mai stata molto simpatica, mi ricorda un termine ottocentesco, nel periodo in cui noi ci troviamo mi definirei più come "creatore di immagini" anche perchè, nell'era del digitale,  i confini tra le figure professionali il cui prodotto è l'immagine si è molto assottigliato. Un fotografo interviene ormai in maniera massiccia sul suo scatto fotografico. La sua fotografia la elabora, la filtra, rimuove dettagli, insomma la manipola a tal punto che non so se ancora la si può definire fotografia pura. Anche l'illustratore in certi  casi parte da una documentazione fotografica per elaborare direttamente la sua immagine. Si trovano incredibili lavori eseguiti con Photoshop che si potrebbero definire ibridi, un mixer tra foto e illustrazioni. Basta vedere cosa produce l'industria cinematografica di fantascienza, paesaggi o scene tipo Avatar non saprei proprio come definirli, anche il grafico in certi casi si ingegna a elaborare immagini partendo da diversi fonti visive con software sempre più intuitivi. Sono tutte figure professionali che producono lo stesso prodotto con software differenti. I loro attrezzi del mestiere si sono dimezzati ma  tutti quanti eseguono in comune il grosso del loro lavoro con il computer. In effetti sto preparando un saggio su questo tema, dove appunto arrivo alla conclusione di identificare le immagini come "informazioni visive" cercando così di definire il senso della parola "originale" di un immagine nella realtà digitale.

(2)
Il suo libro "E-drawing" è un saggio che si interroga sui nuovi possibili risvolti del fare illustrazione nell'era digitale. In particolare nel suo libro definisce proprio col termine "e-drawing" la nuova illustrazione digitale. Ma come definisce questa nuova illustrazione rispetto alla precedente cartacea? Quali sono le sue potenzialità? Quali le sue applicazioni?
R.
La grande differenza che descrivo nel mio piccolo saggio "e-drawing"  tra le illustrazioni su supporto cartaceo e realtà digitale è semplice. La caratteristica che unisce tutte le immagini precedenti l'avvento del computer e sopratutto la nascita dei nuovi e-reader tipo l'ipad è la loro inamovibilità. Ogni tipo di illustrazione stampata su carta, incisa su lastra, dipinta sulla parete di una caverna ha la caratteristica di non poterla più muovere dal suo supporto, non è più modificabile. Rimane eterna come il suo supporto e ripeterà il suo messaggio immodificabile legata alla esistenza di esso. La grande rivoluzione epocale aperta dall'uscita del'ipad  che è avvenuta solo un anno fa,ha portato per la prima volta tra le mani dell'uomo uno strumento di lettura dinamico. I testi e le immagini si muovono, si possono spostare, interagiscono con il lettore. Le immagini contenute nei nuovi device hanno due rivoluzionarie novità:il dinamismo e l'interattività. Nel mio saggio ho cercato di analizzare e  descrivere le varie tipologie di questi dinamismi e interattività. L'interattività soprattutto non solo con il lettore ma con il contenuto del libro, cioè il testo scritto. Mi spiego meglio. Esiste negli e-book (ma ancora di più nelle Apps), una interattività diretta, evidente con l'immagine  e cioè quando il lettore con il suo tocco decide di ingrandire, spostare, colorare  attivare una animazione; ma c'è anche un'altra  interattività ed è quella  tra  testo e immagine.
Nel prodotto cartaceo, l'unica interattività della mia immagine con il testo scritto era la sua collocazione all'interno della pagina. In parole povere, io illustratore avevo solo un alternativa di far interagire la mia immagine con il testo ed era semplicemente di mettere l'immagine vicina alla frase scritta a cui mi sono ispirato. Ora questo rapporto testo-immagine è più diretto. Se devo  illustrare una scena dove il tenente Colombo si accende il suo famoso sigaro in un ambiente oscuro e minaccioso, l'immagine cartacea aveva solo un unica possibilità: o illustravo l'ambiente oscuro o il volto del tenente illuminato dalla fiamma del fiammifero. Nella realtà nuova dei device ora io posso illustrare un ambiente oscuro, calcolare il tempo di lettura per arrivare alla scena dell'accensione della  fiamma, far modificare con una lenta animazione la mia immagine nello stesso tempo e far così apparire il volto del tenente proprio in quel momento che leggo la scena, dopodiché ritornare all'immagine di partenza.
L'interattività tra testo e immagine è diventata più diretta. Un altro esempio: In una illustrazione dinamica per un e-book  dovevo rappresentare la scoperta del nuovo mondo,   dove Colombo (lo scopritore) naviga verso le Americhe con le sue caravelle. In questo caso  ho calcolato il tempo di lettura e ho fatto apparire nel mio disegno la nuova terra esattamente mentre leggevo il grido della vedetta "terra!!!". Sono  piccoli esempi di come sia cambiato il rapporto tra testo e immagine.