domenica 6 novembre 2011

Visual Software Culture: la cultura 2.0 Riflessioni sulle immagini del film di Spielberg "Tin Tin" e sui libri di M:Ferraris, G. Roncaglia e Lev Manovich


Riflessioni dopo la produzione del film di Spielberg " Tin-Tin" sulle nuove immagini digitali
 e appunti su tre testi fondamentali da leggere:
 Gino Roncaglia "la quarta rivoluzione "- Maurizio Ferraris "Anima e iPad " - Lev Manovich "software culture"





La produzione di immagini digitali ha raggiunto un livello tale che non è più definibile come evoluzione o novità  tecnologica, ma è da considerare ormai come una vera e propria rivoluzione culturale se non ontologica. È dunque necessaria una profonda riflessione che inizio oggi a tracciare come una bozza ma che vorrei perfezionare in altri appunti, magari con uno scambio di opinioni con chi sta leggendo queste righe.

In questi ultimi tempi mi rendo sempre più conto che è iniziata apertamente una contrapposizione frontale, una vera e propria guerra culturale tra un vecchio regime o impero economico al crepuscolo e una nuova realtà culturale con un nascente impero economico ancora da definirsi. Per  intenderci, l'industria del cartaceo contro l'industria del digitale.

In questi ultimi tempi, in vari incontri o leggendo articoli sparsi, ho notato una recrudescenza disperata in  difesa del libro cartaceo. Incontri letterari  con autori con la loro brava copia cartacea di ordinanza di fronte ad un  pubblico che diligentemente in fila è pronto alla liturgia della famosa copia autografata, un vero e proprio rito della comunione ecclesiastica in forma letteraria. Addirittura in queste ultime settimane ho letto di " letture  in comune" nei vari angoli delle librerie,  esaltando la lettura dei salotti settecenteschi  e di come il libro di carta possa avere un aspetto sociale di aggregazione (nellera dei social network è veramente umoristico) e anche in questo caso ricalcando il rito di una santa messa nella chiesa-libreria, e ancora, attacchi disperati contro gli e-book con video sarcastici che imitano la presentazione fatta da Steve Jobs dell'ipad...... famosi semiologi che editano interi libri in difesa del libro di carta: tutto inutile!!! Se ne facciano una ragione;  le nuove generazioni, quelle dei nativi digitali si stanno formando sui nuovi tablet, fra tre generazioni il libro di carta lo troveranno solo nei musei.

Dunque le energie culturali per capire cosa sta succedendo, è meglio rivolgerle interamente su questa nuova realtà. In questo nuovo paradigma, come professionista dell'immagine cerco di capire quale ruolo ha il codice visivo e di conseguenza quali sono le  competenze e il prodotto per un creatore di immagini calato in questa nuovo mercato.

Per cercare di spiegare a fondo la radicale trasformazione di come si creano le nuove immagini e le loro rivoluzionarie caratteristiche devo partire da alcune letture fondamentali, di cui consiglio la lettura.
Tre  testi che a mio avviso sono delle pietre miliari per capire dove questa rivoluzione ci potrebbe portare:  "Anima e iPad" di Maurizio Ferraris, " Software culture" di Lev Manovich ed infine "La quarta rivoluzione" di Gino Roncaglia.
Il primo affronta la nuova tecnologia dei tablet sul piano strettamente filosofico, affermando  che l'ipad è l'oggettivazione esterna della nostra memoria, l'anima appunto.

Identificando la memoria con la coscienza azzarda l'ipotesi che finalmente l'uomo ha la possibilità di rendersi immortale. Se la nostra coscienza è il risultato della nostra memoria, se il nostro cervello è una tabula interiore dove vengono impressi i ricordi e le istruzioni per muoversi e interagire con il mondo esterno ( di fronte ad una persona completamente senza memoria, incapace di autonomia si dice giustamente che vive come un vegetale) la possibilità di avere tra le proprie mani un oggetto dalla memoria illimitata e dunque con la possibilità di  trasferire tutti i nostri ricordi su di essa,  è indubbiamente una novità che fa pensare.
Ma non voglio in questa sede analizzare il libro di Ferraris (mi riprometto di farlo in un altra occasione), voglio per ora solo sottolineare un aspetto che ho trovato anche negli altri testi e in generale in quasi tutti i convegni su questo tema. Nella maggioranza di riflessioni sul digitale e sulla rete, su e-book, sui tablet e in generale sulla rivoluzione informatica  si  parla quasi sempre come oggetto di studio la lettera,  il concetto della scrittura, del testo, di iper testi e rimane sempre in seconda fila il concetto di immagine (continua)





1 commento:

  1. Sei coglione così di natura o ti ci sei applicato, per diventarlo???
    P.S.: il tablet ficcatelo nel culo, idiota.

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