lunedì 4 luglio 2011

Merce e valore nella società informazionale

Pubblico altri stralci di integrazione al mio libro per una piacevole lettura estiva (spero).... ogni commento è ben accetto:


Merce e valore nella società informazionale

Prendendo spunto sempre da Manuel Castells: "..... Oltre a generare nuovi prodotti, le rivoluzioni tecnologiche sono orientate al processo. A differenza di qualsiasi altra rivoluzione, però, il nucleo della trasformazione che la società sta vivendo con la rivoluzione attuale riguarda le tecnologie di elaborazione e comunicazione delle informazioni. La tecnologia della informazione sta a questa rivoluzione come le nuovi fonti di energia stavano alle rivoluzioni industriali che si sono susseguite, dalla macchina a vapore all'elettricità, ai combustibili fossili e persino all'energia nucleare, in quanto la generazione e la distribuzione dell'energia sono state l'elemento chiave alla base della società industriale."
 Seguendo questo ragionamento è quasi obbligatorio arrivare alla conclusione che l'energia che muove la nuova società informazionale è appunto l'informazione. Il creatore di immagini, in una società di questo tipo, diventa un attore principale perché creando dal nulla informazione visiva, mette in circolo il valore principale, l'energia che fa funzionare tutta quanta l'industria informazionale.
La nuova società digitale si può dividere in tre principali settori: la produzione dell'informazione, la sua elaborazione, e la sua distribuzione. Gli ultimi  due però dipendono in maniera assoluta dal primo e cioè dalla produzione di informazione pura.
Usando una metafora, il creatore di immagini potrebbe essere paragonato ad un giacimento grezzo di petrolio da cui si estrae la fonte di energia primaria per fare funzionare i mezzi di produzione che sostengono tutta la società industriale.
Ma perchè le immagini di un creativo possano circolare e diventare così valore e merce in una società informazionale,   devono essere raffinate, esattamente come il greggio in una società industriale per far funzionare i mezzi di produzione deve essere trasformato in benzina.  
Voglio dire che per un creatore di immagini non basta elaborare dalla sua mente un immagine, ma questa deve essere compatibile sia con i mezzi di elaborazione che la società digitale mette a disposizione e di conseguenza sia con la possibilità di poterla distribuire.
Il creatore di immagini è dunque paragonabile ad un giacimento di fonte energetica grezza, può essere di ottima qualità oppure di qualità scadente ma in ogni caso per "girare" negli ingranaggi della nuova società informazionale deve essere raffinata in benzina. Cioè in parole povere  perché una informazione visiva possa diventare un valore è necessario prima di tutto che sia espressa nel codice digitale e dunque nel linguaggio binario che è la madre lingua di tutta la società informazionale. In secondo luogo più l'immagine sfrutta le possibilità che l'elaborazione digitale le mette a disposizione più la sua raffinatezza aggiunge valore e dunque ricchezza economica.
In pratica, se io creatore di immagini eseguo una informazione visiva (un disegno) su carta tradizionale, è chiaro che per poterla veicolare in un ambiente digitale è necessario scansirla, tradurla cioè in digitale, per poterla vendere e in ogni caso la sua risoluzione è molto diversa da una immagine nativa digitale. Tra quest'ultima e la prima ha più possibilità di essere presa in considerazione quella nata già in digitale e dunque con più valore. Se poi l'immagine è elaborata in 3D o è dinamica  ha ancora più possibilità di essere piazzata su molte piattaforme digitali. Insomma, più l'immagine è raffinata più ha richiesta di utilizzo, più acquista valore.  

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